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Il natale Naif della
nostra Bassa in undici artisti contemporanei
di Massimo Tassi – giornalista
Figure umane dipinte, che imbacuccate e armate
di colori scacciano la caligine di nebbia che
avvolge come un sudario la via Emilia e la Bassa,
mentre altre cangianti scene si riflettono sul
biancore della neve sulle colline, sinom a
rendere surreale il paesaggio. E' "Natale naif",
mostra d'arte a cura di Stefania Ferrari allestita
in città nello spazio Arcus Artis (via dei Due Gobbi
2) di Gian Domenico Silvestrone, da cui rimbalzano i
ruggiti delle belve di un circo, il rombo della moto
di Antonio Ligabue, il chiocciare degli animali
nell'aia, la voce di bambini che scandiscono nel
cortile filastrocche dimenticate a cui rispondone le
increduibili "fole" narrate dagli adulti al ritmo
dello scoppiettare della legna nel camino. U su
tutto un tenero abbraccio, pittorico e di devozione,
per una natività vista con occhin candidi, che
unisce il Reggiano Betlemme.
Naif:
un filone d'arte popolare che come pochi altri
mette in relazione tradizione e imensione fiabesca
del territorio. Già, una sfera a volte onirica, o di
realismo magico, oppure di storia fantastica, che ha
colpito Fellini, Pederiali e Zavattini, per citare
alcuni cantori della Bassa e dei lunatici; oppure
ecco che fuoriescono gli aspetti terrigni e allo
stesso tempo fluviali, ora bruschi ora teneri, che
Guareschi ha rilanciato nelle vicende di Peppone e
don Camillo che hanno fatto ridere e commuovere
varie generazioni tra libri e grande schermo. Ma qui
sono pennelli, tele e ceramiche d'arte muovere
allo stupore.
I
protagonisti nel segno della fantasia, del
linguaggio grafico-pittorico,
si confrontano cone le suggestioni osservate tra il
Po e l'Appennino, anche per omaggiare con tonalità
accorate registi, attori, poeti che hanno raccontato
la gente naif e una vita intera trascorsa nella
"fumana". Nella 3 edizione dell'iniziativa sono
Giani Bagni, Fausto Bianchini,Bruno Biazzi, Luigi
Camellini, Paolo Camellini, Manola De Gobbi, Dino
Fiorini, Paolo Incerti, Luciano Lipreri, Gianni
Pontiroli, Natale Rovesti e Gianni Verona a stupire
con un mondo che si pensava perduto o perlomeno
sbiadito. Eppure, incredibilmente, è ancora lì,
celato dietro una vecchia cascina sperduta nel
verde.
Sono
quadri per tutti e che vogliono parlare a tutti
nel segno della tradizione, certo: tuttavia non
proponendo le stesse cose dei creativi di alcuni
decenni fa, quasi fosse una stanca ripetizione di
opere già viste, quanto nello stesso intimo e
spontaneo stile, per dare nuova linfa a un filone in
movimento, che ha saputo rinnovarsi tra passato e
presente, e che guarda al futuro, tanto da
contagiare con un sorriso luoghi lontani dove i
pittori con il Grande Fiume nel cuore non avrebbeo
mai immaginato di poter camminare, un giorno. E'
l'imprevedibilità, l'unicità di un "Natale Naif" che
prosegue sino al prossimo 5 gennaio.
Massimo Tassi, "Via Emilia, Bassa e Grande
fiume: i racconti della magica pittura naif" in QN il
Resto del Carlino |