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Brenno Benatti
Via Longarini, 22
- 42016 Guastalla (RE) - Cell. 347 7690841
brennobenatti@libero.it
Nato a Guastalla
(RE) ove risiede e lavora. Unico pittore naif
insignito della Medaglia d'oro del Presidente della
Repubblica nel 1985, il Maestro Brenno Benatti è
sicuramente il più rinomato tra i pittori naifs
viventi. Lo dimostrano i numerosi riconoscimenti che
ha avuto in tutta Italia e anche all'estero a
coronamento di una carriera professionale iniziata
nel 1968 e mai interrotta. Di lui si sono
interessati oltre alla TV di Stato anche numerose
case giornalistiche
Alcuni premi e
riconoscimenti:
Ambrogino d’Argento
conferito dal Comune di Mi lano, come personaggio
che ha dato lustro alla città di Milano - Lucia
d’Argento del Comune di Varenna (LC) - Il Pico d’Oro
di Mirandola (MO) - Pennello d’Oro di Modena - Primo
premio "a casa di Zà" Luzzara 2019 e tanti altri
riconoscimenti nazionali ed internazionali“
“Penso sia limitativo
definire semplicemente come "pittore naïf"
un'artista come Brenno Benatti. Nella genesi del
termine francese "naïf" è insita l'idea di
'ingenuità', nel senso di un atteggiamento
espressivo-esistenziale. Certamente è da
considerare, a buon diritto, tra i maestri popolari
della realtà, di formazione autenticamente
autodidatta, ma avrei qualcosa da dire per quanto
riguarda il primitivismo, l'istintività e il
concetto abusa to di arte incolta. Infatti davanti
alle opere di Brenno ci troviamo ad osservare un
solido impianto pittorico, con perfetta
distribuzione dei volumi e delle tonalità, derivato
da una ben conscia progettualità, finalizzata a
raccontare raffinatissime storie di vita semplice di
un passato non troppo remoto. Opere che derivano più
dalla ragione che dall'istinto, che scaturiscono
dalla cultura e dalla storia, allargata alla
conoscenza dei risultati dei grandi maestri del
passato. Quindi la scelta stilistica di Brenno
Benatti, oltre che da innegabili fattori genetici e
ambientali, è funzionale alla necessità di
raccontare le sue storie, nel modo più diretto
possibile, comprensibile a tutti "al volgo e
all'inclita". Un grande affabulatore del pennello,
uno storico cronista delle semplici vicende di
questa 'terra di Po', un lembo di terra che Brenno
sa raccontare con passione e ricchezza di
particolari. Non inserisce patetici richiami
nostalgici, ma preferisce arricchire le scene con
alcuni intelligenti richiami simbolici, con amore e
allegria. Facile e piacevole la lettura di primo
acchito delle sue opere, per eleganza cromatica e
compositiva, divertente è poi la ri cerca dei
particolari, sempre affascinanti, che raccontano il
mondo che fu, infine risulta stimolante e intrigante
la lettura delle non facili simbologie. Brenno
Benatti si è sentito libero di eleggere a suoi
maestri, non solo i Ligabue, i Mozzali, i Covili e
altri appartenenti al passato prossimo della nostra
storia dell'arte, ma anche i simpatici antichi
maestri olandesi e fiamminghi come Bosch, Brueghel,
Teniers, Van Ostade, che forse sono più vicini al
suo modo di fare arte, al suo raccontare una realtà
passata che col tempo è diventata favola. Un accenno
doveroso devo dedicarlo alla tecnica. La scelta dei
colori ad olio di ottima qualità, pennelli
esclusivamente di pelo di martora, polso fermo e una
notevolissima manualità, sono i requisiti che
spiegano, anche nelle opere di maggioro dimensioni,
la straordinaria precisione esecutiva degna dei
migliori miniaturisti."
Emanuele Filini |