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Alla scoperta del naif 2.0
di Tiziano Soresina – giornalista e scrittore
Non è più tempo nella Bassa di pittori
semianalfabeti ed emarginati, di colori e pennello
come "armi" con cui andare a far breccia nella
critica che considerava il Naifismo "non arte". E'
passata la febbre che "contaminò", per esempio,
Guastalla a tal punto che nel paese in una
quarantina - il culmine negli anni Settanta (1) -
s'accostarono all'arte naive, con esiti ben
descritti in una cronaca di allora. "Qualcuno è
riuscito a farsi strada, ritrovandosi doti che
nemm
eno sospettava; i più, invece, lottano
nell'ombra sperando in uno spiraglio di notorietà
(2).
Tempi
lontani. Pur fra alti e bassi, mezzo secolo non è
passato invano. I moderni cantori delle terre del Po
dipingono ancora di getto, hanno fantasia da
vendere, spontaneità e sogni da realizzare. E
si sono evoluti tecnicamente. Del resto "i naif
d'oggi sono osservati con occhio sgombero da
pregiudizi - scrive il critico Renzo Margonari -
inseriti nel più ampio panorama dell'arte
contemporanea senza essere distinti da etichette
riduttive (3).
Sdoganati e concretamente proiettati in avanti,
anche se non è mai stato facile parlare futuro, come
dimostrò nel 1991 il convegno "I naifs verso il
Duemila (organizzato a Luzzara) che lasciò
l'impressione di "un'occasione mancata per
rilanciare quel dialogo tra arte e critica, che è
indispensabile in una comunità che dovrebbe
all'unisono e con gli stessi intenti concorrere alla
crescita della realtà artistica in cui si muove (4).
Da
cronista raccolgo testimonianze e qui si svela "la
svolta".
Molti
artisti confessano di sentirsi "orfani" senza il
Museo di Luzzara (inagibile dal 21012 a causa del
terremoto) ed il connesso Premio artistico di
rilievo nazionale (ideato da Cesare Zavattini nel
1967 e rimasto in vita sino all'edizione inaugurata
il 31 dicembre 2006), C'è nostalgia per
quell'importante punto di coagulo e di confronto, ma
contemporaneamente - negli ultimi anni - Internet ha
cambiato la prospettiva. Diversi nais hanno un
profilo su Facebook e per loro si è aperto un mondo:
non solo per la possibilità di promuovere la propria
pittura ad un pubblico decisamente più vasto, ma
soprattutto perché tramite il web sono iniziati
costanti contatti, prima inimmaginabili, con artisti
di vari Continenti. Realtà sconosciute ora a portata
di clic. E' vero che nella rete si possono più
efficacemente propagandare e piazzare i quadri, ma
per i naifs "chattatori" si sta dimostrando di gran
lunga più arricchente il rapporto con la
community legata all'arte "ingenua", da qui la
scoperta di nuovi soggetti e tecniche. Mostre e
convegni sono sempre stati i luoghi di
partecipazione tradizionali per chi dipinge, ora
anche le relazioni digitali, i social network
hanno questa funzione. E' l'era del naif online.
(1) Tiziano Soresina,
Un colorato romanzo popolare, in "Arte e
Memoria", E.Lui Editore, Reggiolo, 2016
(2) Emilio Canova,
Scusi, ha un naif?, in "Guastalla 1973",
annuario, Guastalla, 1973
(3) Renzo Margonari,
I naif mantovani, in "Naif mantovani", Museo
d'arte moderna dell'Alto Mantovano e Museo nazionale
delle arti naives - Fondazione Un Paese, Gazoldo
degli Ippoliti, Luzzara, 2011
(4) Andrea Daolio,
I naifs verso il Duemila (con poche idee ma confuse),
in "Gazzetta di Reggio", pagina 13, 26 aprile 1991
Tiziano Soresina, Il messaggio sempre
attuale dell’arte naive” in “I Naif del Po”,
Comune di Gualtieri – Assessorato alla Cultura e
Associazione Artistica Tricolore, Gualtieri 2022 |