L'arte
naive in cammino verso la consacrazione
di Tiziano Soresina – giornalista e scrittore
L’arte naive in cammino verso la
consacrazione Da dieci anni a Gualtieri una
coloratissima collettiva di quadri e sculture fa
parlare di sé. Un appuntamento espositivo fisso,
consolidato. Riunisce i “Naïfs del Po”. E’ il loro
“museo virtuale”. Nello scorrere delle edizioni
l’atmosfera, in mostra, mantiene intatte due
caratteristiche basilari: gioiosità e purezza di
valori.
Stiamo del resto parlando di una
creatività avvolgente, fatta di minuziosi ricordi
contadini in parte perduti, slanci fantastici ed
utopistici che fanno sognare, critiche agli eccessi
della modernità in difesa della natura, momenti
esistenziali, affetti e semplicità che scaldano il
cuore.
Da autodidatti, si muovono da
tempo in quel contesto artistico della Bassa padana
rivelatosi sul versante naif come il più
interessante e vivo in Italia, tanto da suscitare
attenzione ed apprezzamento anche all’estero.
Una cosa va però detta subito. La
narrativa dell’artista “ingenuo” e socialmente
emarginato è ormai anacronistica, del tutto fuori
luogo. In questi anni hanno avuto, infatti, ben più
importanza la passione, l’impegno anche sul piano
della tecnica con la manualità che si affina, la
ricerca di una propria caratteristica espressiva e
la capacità - da veri comunicatori - di attrarre
positivamente un pubblico che si è via via espanso e
consolidato, come nel 2018 ha dimostrato la più che
partecipata visita guidata organizzata dalla
Gazzetta di Reggio per i propri lettori nell’ambito
dell’annuale rassegna gualtierese. Per non parlare
dei commenti entusiastici lasciati negli anni dai
visitatori giunti da diverse regioni italiane, con
pure qualche presenza straniera.
Radici evidenti di un
collezionismo popolare che non si è mai arrestato e
continua ad “abbeverarsi” al prepo tente bisogno di
esprimersi di questi artisti istintivi, non
coinvolti da ideologie e stili colti. Il naifismo
nel suo genere è quindi un indubbio fatto storico.
Venne trainato inizialmente sia dalla celebrata
triade pittorica Antonio Ligabue-Pietro
Ghizzardi-Bruno Rovesti, sia da un “cantore”
irregolare come l’intellettuale Cesare Zavattini che
di arte se ne intendeva e parecchio. Il boom
commerciale degli anni ’60-’70 divenuto persino un
fenomeno di costume è comunque ormai solo un lontano
ricordo, la scrematura degli aridi dilettanti
imitatori c’è già ampiamente stata, si sono imposti
col tempo estro e autenticità d’ispirazione arrivati
sino ai giorni nostri. Una vivacità non solo
localistica e ciò va specificato per evitare
fraintendimenti.
Pertanto è giunta l’ora di dare
il giusto risalto a quest’arte, attraverso
operazioni mirate: una casa madre di sicuro
riferimento; il varo di un comitato scientifico che
analizzi, scelga accuratamente (anche scartando),
acquisisca se necessario e cataloghi corretta mente
le opere nonché tenga con i propri studi critici (si
parla di movimento, corrente, filone, non certo di
scuola) contatti internazionali di spessore; la
sempre più necessaria valorizzazione
dell’incredibile patrimonio naïf del collezionista
reggiano Luigi Braghiroli; l’avvio di un lavoro di
qualità stabile e di spinta anche sui social.
Insomma, occorre una forte
sterzata, perché non è più accettabile che in Italia
i naïfs non siano ancora inseriti, con
un’argomentata collocazione, nei libri di storia
dell’arte, perché snobbati dalla critica accademica
contemporanea.
Come il Grande Fiume, spesso
sottovalutato e non capito nella sua intrigante
dimensione lenta e ricca di biodiversità, anche il
valore di questi artisti necessita di un pieno ed
efficace riconoscimento. Affinchè dieci anni
marchiati “Naïfs del Po” non siano passati invano
Tiziano Soresina, "L'arte naive verso
la consacrazione” in “I Naif del Po”,
Comune di Gualtieri – Assessorato alla Cultura e
Associazione Artistica Tricolore, Gualtieri 2024 |